Educare alla diversità: perché non vi conviene che qualcun altro mi chieda se sono “fidanzata”

Premessa: io credevo dall’altissimo dei miei ormai 25 anni, che la nuova generazione di 20enni fosse anni luce più aperta di mente rispetto magari, ai miei fratelli e cugini che ormai si stanno avvicinando tutti ai 40.

Personaggi che dicono: “a che serve la lezione sugli orientamenti sessuali e sul rispetto!! Ormai i gggiovani sono bombardati da messaggi omosessualisti, ovunque si parla di ghei..non serve!!”

Gli stavo quasi per dare, non dico ragione, ma almeno una possibilità di dire “parliamone, forse la pensiamo nello stesso modo.”

Poi.

Poi succede che i miei coinquilini hanno 20-20-21-27 anni E NON CAPISCONO NIENTE.

Lo ammettono eh, lo dicono: “io sono un ignorante su ‘ste cose me lo spieghi? Com’è possibile che due dello stesso sesso si completino a letto?”

Tutte domande fatte da wannabe ingegneri, che qualcosa dovrebbero capirne..se non di rapporti umani, almeno di logica.

Quindi ecco, devo passare le serate a spiegare che:

No, non c’è una che fa l’uomo e una che fa la donna.”
No, una cosa a tre non ci interessa per ora e anche se in futuro mai dire mai comunque preferiremmo un’altra donna con noi anche se fosse.”
No, non credo tornerò mai indietro, preferisco così.”
“Due uomini che si baciano non ti piacciono perché non sei molto abituato a vederli. Ho capito che ti piacerebbe avere un amico gay perché è più sensibile (??) ma guarda che potresti trovarne uno anche di più stronzo. E poi, secondo te un gay come potrà mai diventare tuo amico se a te fa schifo la sua storia d’amore con un altro uomo??”

E cose così, per tutta la sera. Mi sono sentita una maestra delle elementari tipo:
“Due donne possono fare così e così ed essere molto felici così e così e poi in caso così e così.”
“Non dire frocio ad un uomo con la voce più femminile, è offensivo”

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E tutto per cosa? Per sentirsi dire alla fine: “Ci fate vedere un bacio con la lingua?” -.-
e la ciliegina sulla torta:

“Ma quindi siete “fidanzate” ?”

air-quotes

Lo giuro, ha usato le virgolette con le dita. Le #virgoletteconledita. Continuo?

Tutto questo per ricordare a chi si oppone a questi tipo di insegnamenti che: non è vero che potete spiegargliele voi a casa certe cose. Cribbio, non metto in dubbio che siate bravi genitori MA NON NE SIETE CAPACI. E’ COMPLICATO.

Ve li pago io (scherzo) i maestri per questa benedetta educazione al rispetto e alla sessualità differente. Ve li pago io (rischerzo), ma fatele ‘ste lezioni per Educare alla diversità.

Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, alla fine non possiamo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità.
John Fitzgerald Kennedy

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1990
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17 risposte a Educare alla diversità: perché non vi conviene che qualcun altro mi chieda se sono “fidanzata”

  1. Salvatore Leone ha detto:

    Hai detto bene, anch’io credevo che le nuove generazioni fossero più aperte, invece no. Ricordo che gli anni 90 sono stati significativi per il coming out di molti omosessuali, si rasentava quasi la normalità, e adesso mi chiedo a cosa è servito, il nostro coraggio, la nostra buonafede, a chi abbiamo spianato la strada. Non sono soltanto gli etero che hanno ancora qualche difficoltà, ma molti giovani gay che scelgono la via della repressione. Forse perchè abbiamo fatto un bel passo avanti chiedendo i nostri diritti, così tutto è stato rimesso in discussione. E’ proprio così, a 43 anni mi sembra di dover ricominciare tutto da zero. Incredibile.

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  2. ingenuetà ha detto:

    Se può consolarti, non credo poi che i tuoi coinquilini ne sappiano così tanto anche sul sesso in generale (PS- sono ingegnere anch’io e conosco i miei polli, anche se studente lo sono stata secoli fa)…la prossima volta prova a fare tu delle domande, così anche loro capiscono com’è sentirsi oggetto di interrogatori imbarazzanti.

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  3. gypsyrose90 ha detto:

    Io per fortuna con i miei compagni dell’università mi sono sempre trovata bene.. Alcuni mi ringraziano per le “dritte sulle donne”.. É anche vero che un sacco di gente non prende sul serio le relazioni omosessuali. Mia cognata, che é l’unica in famiglia che sa che sono lesbica, continua a dirmi “ma la tua amica sta bene?” ..”non é una mia amica, é la mia ragazza”.. “vabbè é uguale”. Non é uguale.

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    • novantennedel90 ha detto:

      ma infatti io pensavo fosse una cosa di mentalità legala all’età.
      Poi invece ho capito che dipende anche dagli ambienti che si frequentano perchè anche io con i miei amici dell’uni non ho avuto nessun problema..anzi scene tipo:
      “di chi sono quegli arancini??”
      “eh me li ha portati la mia morosa”
      “Posso un morso???”

      e sono rimasta due tre giorni a pensare..ma avrà capito quello che ho detto?? e sì, aveva capito benissimo.

      mentre con questi ingegneri/bambini/discotecari boh @_@
      per fortuna abbiamo scelto materie scientifiche va

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    • Annalaù ha detto:

      ahhh. anch’io! le mie amiche!

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  4. sleepingsun87 ha detto:

    Fino a qualche tempo fa, mi ritrovavo quotidianamente a fare i medesimi discorsi.
    Tutto inutile, mi sono rassegnata.

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  5. Giorgeliot ha detto:

    QUOTO OGNI SINGOLA PAROLA

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  6. Vulcanica ha detto:

    Per fortuna non mi è successo nulla del genere.
    Non ancora, almeno.
    Ma forse quelle domande non me le hanno fatte soltanto per timidezza.
    Perlomeno ti hanno dato la possibilità di spiegare…così forse la prossima volta che incontrano una persona non eterosessuale andrà meglio!

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    • novantennedel90 ha detto:

      dipende molto dagli ambienti.
      Nell’ultimo posto dove l’ho detto la cuoca mi ha chiesto 20 volte se era vero e ora al posto di chiamarmi con nomi a caso (perché il mio non se lo ricorda in quanto ultima arrivata) sono diventata “la lesbica” per lei. Vabbè, spalle larghe e via…lei dallo stile mi sembra molto “lella mancata” magari è solo invidiosa ahahaha

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      • Vulcanica ha detto:

        Sì, può essere. Soprattutto nelle persone delle generazioni precedenti, che non hanno avuto la nostra stessa (già insufficiente) libertà di esprimersi e di essere se stess*, credo che il fatto che qualcuno possa dichiararsi pubblicamente e essere perfino fiero della propria omosessualità generi un sentimento a metà tra lo sconcerto e l’ammirazione. 🙂

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  7. loverspit ha detto:

    La mia esperienza è diametralmente opposta. Mi sono trovata all’Università con tanti ragazzi e ragazze del 93 e 94 (io sono del 90) dopo aver cambiato facoltà e sono rimasta piacevolmente sorpresa di come siano informati sulle tematiche LGBT (ovviamente rimane una informazione poco approfondita, ma più che sufficiente a non mettere mai me o altre persone a disagio o in difficoltà). Ho presentato loro la mia ragazza dopo poco tempo che li conoscevo e in generale il mio coming out non ha suscitato alcun tipo di reazione. A volte sento affermazioni ignoranti e spiego loro cosa stanno dicendo di sbagliato e il perché (gli stereotipi purtroppo dilagano anche in maniera inconscia).
    Ad ora non mi sono mai capitate domande inopportune o offensive. C’è anche da dire che l’ambiente universitario che frequento è di stampo artistico, molto liberale e aperto e ci sono persone apertamente gay praticamente in ogni classe.

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  8. FDS ha detto:

    A me sono capitate scene assurde con la mia ragazza, che è bisex. La gente ci vedeva insieme e quindi cosí, per far due chiacchiere, si lanciava in qualche tirade omofoba. Lei poverina si richiudeva su se stessa e faceva finta di non sentire. Io intanto mi incazzavo come una bestia. In generale credo che essere una persona bisex con una relazione etero stabile sia una vera e propria tortura, perché la gente non sa e quindi non ha paura di essere crudele. È un po’ come un anello di Gige al contrario…

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